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Responsabilità dello Stato per violazione delle direttive comunitarie
dc.contributor.author | Calabrese, Emanuela | |
dc.date.accessioned | 2014-06-30T08:47:12Z | |
dc.date.available | 2014-06-30T08:47:12Z | |
dc.date.issued | 2014-04-14 | |
dc.identifier.uri | http://hdl.handle.net/10556/1427 | |
dc.identifier.uri | http://dx.doi.org/10.14273/unisa-273 | |
dc.description | 2012 - 2013 | en_US |
dc.description.abstract | L’Unione Europea ha, da sempre, influenzato gli Stati che ne facciano parte, imponendo loro degli obblighi e condizionando gli aspetti più vari (dall’economia alla giustizia, dalla sicurezza all’agire amministrativo e, persino, i comportamenti dei singoli cittadini). Quando colpevoli di non aver adempiuto ai detti obblighi, gli Stati tenuti vengono assoggettati a procedura d’infrazione (ex art. 258 ss TFUE) perché se ne accerti l’inottemperanza. Tra gli obblighi imposti dall’UE figura anche il recepimento di una direttiva: atto normativo che va acquisito nell’ordinamento interno entro un termine e vincola gli Stati al raggiungimento di un determinato risultato, lasciandoli liberi nelle modalità. Alle volte, però, il legislatore non adempie in tempo utile oppure lo fa in modo parziale o scorretto, arrecando danni ai cittadini che avrebbero potuto ottenere un vantaggio dal tempestivo recepimento. La mia opera cerca di analizzare proprio la situazione d’inadempienza statuale agli obblighi comunitaria e le sue conseguenze, cercando di rispondere, innanzitutto, al quesito relativo all’eventuale responsabilità dello Stato (sia esso legislatore, Pubblica Amministrazione o giudice di ultimo grado) e alla risarcibilità del danno del danno (inteso come rimedio residuale e subordinato all’esperimento dell’interpretazione conforme). Nel primo capitolo, si affronterà l’analisi dei principi generali e delle fonti. Si scoprirà come analoghe forme di responsabilità sono previste anche quando lo Stato sia inadempiente rispetto agli obblighi internazionali o derivanti dalla CEDU. Particolare attenzione verrà data ai rapporti fra ordinamento europeo e ordinamento nazionale, anche allo scopo di inquadrare, successivamente, la natura della responsabilità. Propendere per la teoria monistica piuttosto che per quella dualistica, si vedrà nel terzo capitolo, orienterà la dottrina e la giurisprudenza, rispettivamente, verso la natura extracontrattuale o contrattuale della responsabilità. Il secondo capitolo riguarderà l’analisi della giurisprudenza comunitaria relativa alla responsabilità dello Stato in veste di legislatore, di Pubblica Amministrazione e di giudice di ultimo grado per inadempimento degli obblighi comunitari, in genere, e, segnatamente, per violazione di una direttiva. Anche la PA e il giudice, infatti, possono provocare un danno ai singoli quando non venga recepita una direttiva. In effetti, si tratta di un comportamento mera conseguenza di quello del legislatore: ci si è chiesti, infatti, cosa possa succedere quando la PA o il giudice danneggino un soggetto, emanando i provvedimenti dal contenuto corrispondente ad una norma che abbia recepito la direttiva in modo parziale o scorretto. Verranno studiate le sentenze della Corte di Giustizia Europea e della Cassazione sul tema: dall’originaria Francovich e Bonifaci a quelle relative alla borsa di studio dei medici specializzandi tra il 1983 e 1991; dalla sentenza AGM Cosmet e alla Köbler/Traghetti del Mediterraneo e altre. Il terzo capitolo è, poi, quello dedicato alla natura della responsabilità e agli aspetti che, da essa, scaturiscono: la prescrizione (e l’individuazione del dies a quo) e la colpa. Verranno proposte le principali sentenze a favore della natura extracontrattuale (Cass. sentt. 7630/2003 e 12814/09), con consequenziale obbligo risarcitorio, e di quella contrattuale (Cass. 10617/1995, SSUU 9147/2009 e 10813/2011), foriera di un obbligo, invece, indennitario. Naturalmente, considerare la responsabilità dello Stato come contrattuale o extracontrattuale produrrà i suoi effetti anche rispetto al termine prescrizionale da prevedere (10 o 5 anni, con particolare attenzione al dies a quo di decorrenza) e alla prova o mera allegazione dell’elemento soggettivo. [a cura dell'autore] | en_US |
dc.language.iso | it | en_US |
dc.publisher | Universita degli studi di Salerno | en_US |
dc.subject | Illecito comunitario | en_US |
dc.subject | Responsabilità statuale | en_US |
dc.title | Responsabilità dello Stato per violazione delle direttive comunitarie | en_US |
dc.type | Doctoral Thesis | en_US |
dc.subject.miur | IUS/01 DIRITTO PRIVATO | en_US |
dc.contributor.coordinatore | Stanzione, Pasquale | en_US |
dc.description.ciclo | XII n.s. | en_US |
dc.contributor.tutor | Zambrano, Virginia | en_US |